IL VITTORIALE DEGLI ITALIANI: CASA MUSEO DI GABRIELE D’ANNUNZIO

Sulle prime colline sopra a Gardone Riviera, nota località turistica sul lago di Garda, sorge il Vittoriale degli Italiani, ultima dimora di Gabriele D’annunzio.

Il Vittoriale degli Italiani è un insieme di edifici, viottoli, piazze, un teatro all’aperto immerso in un immenso parco nel quale si diramano ruscelli che giungono al lago.

Qui il D’annunzio si ritira dal 1921 fino alla sua morte nel 1938 e qui esprime tutta la sua personalità e stravaganza.

Chi era Gabriele D’Annunzio

Due parole sul padrone di casa sono d’obbligo.

Gabriele D’annunzio è senza dubbio una delle persone più poliedriche dell’Italia in quel periodo .

Il maggior interprete del Decadentismo italiano, scrittore, poeta, drammaturco, militare, politico, giornalista, patriottico ed anche “Influencer”. Si avete letto bene, influencer perché con la sua arte, il suo modo di essere e di esprimersi hanno influenzato il modo di vivere degli italiani cavallo fra la fine del 1800 ed il 1900

Gli intellettuali dell’epoca erano legati dall’ideologia comune di:

” Vivere la vita come un’opera d’arte”

e solo il D’annunzio riesce a trasformare questo motto nel suo stile di vita e nel Vittoriale esprime al massimo questa filosofia, la sua personalità ed il suo modo di vivere.

Un po’ di storia

Terminata la prima guerra mondiale, dove fu protagonista, dopo la delusione di “Fiume” e abbandonate le vesti militari, Gabriele D’Annunzio nel febbraio del 1921, si ritira a Gardone Riviera per portare a termine l’opera “Notturno”.

Affitta “Villa Cargnacco “, appartenuta a Henry Thode, e pochi giorni dopo al suo arrivo scrive alla moglie:

«Ho trovato qui sul Garda una vecchia villa appartenuta al defunto dottor Thode. È piena di bei libri… Il giardino è dolce, con le sue pergole e le sue terrazze in declivio. E la luce calda mi fa sospirare verso quella di Roma. Rimarrò qui qualche mese, per licenziare finalmente “il notturno”»

– G. D’Annunzio – ( citazione presa da wikipedia)

Quei pochi mesi, citati da D’annunzio nella missiva alla moglie, non finirono mai, infatti a fine ottobre dello stesso anno, acquistò la casa per 130 mila lire. A questa cifra aggiuns8e altrettanti denari per l’acquisto degli arredi, dei libri (circa 6000), dei cimeli e di tutto ciò che essa conteneva.

Il mese successivo all’acquisto diede il via ai lavori di ristrutturazione ad opera dell’architetto Giancarlo Maroni.

La casa ristrutturata ed il parco che la circonda prende il nome di “il Vittoriale degli italiani” e nel 1923 D’annunzio la dona con atto ufficiale al popolo italiano.

Nel 1924 acquista Villa Mirabella che diventa la dimora della moglie.

Negli anni successivi continua a spendere tutti i suoi denari per plasmare la sua proprietà a sua immagine e somiglianza. Acquista oggetti, cimeli, libri e quant’altro ritenga possa andare ad arricchire e ad abbellire la sua casa, studia e posiziona ogni statua, ogni cimelio, ogni pianta o fiore del parco.

Il vittoriale

Il Vittoriale si estende per circa nove ettari sulle colline che dominano il lago di Garda.

Oltrepassato l’ingresso si passa l’arco dell’ospite e si apre una piazzetta.

Di qui si diramano due strade, la prima a destra porta verso il teatro all’aperto, mentre quella di sinistra porta alla Prioria, dimora del poeta, che affaccia sulla piazza dalmata.

Oltrepassata la Prioria si giunge ad un grande stabile chiamato dal D’annunzio “lo schifamondo”. Questo doveva diventare la sua nuova residenza, ma il “Vate” morì prima della sua ultimazione. Oggi “museo dell’eroe” ospita i cimeli e i ricordi militari del poeta-soldato.

Nella parte più alta del parco è stato posto l’incrociatore Puglia ed alle sue spalle si trova il mausoleo con la tomba del poeta.

La Prioria

La Prioria come abbiamo appena visto è l’edificio principale del Vittoriale.

foto pixabay

Alla facciata settecentesca tipica delle case coloniche è arricchito da numerosi stemmi araldici, fatti aggiungere dal D’annunzio, che ricordano il Palazzo Pretorio di Arezzo.

desidero seguire il disegno del palazzotto aretino del Podestà… Bisogna tempestarla di pietre senza ordine simmetrico”.

G. D’Annunzio

La prioria è un insieme di stanze dove ognuna aveva una funzione diversa, ognuna aveva un arredamento caratteristico in base alla suo uso, ognuna aveva una sua luce particolare.

Quello che più mi ha colpito di questa casa è la varietà e la quantità di oggetti che contiene.

Cuscini, tappeti, statue di varie dimensioni, oggetti orientali, animali, lampade, vasi, vassoi, frutta, libri, tanti tantissimi libri, e poi… ogni stanza ha un suo significato, sala di attesa, stanza della musica, corridoio della via crucis, stanza del lebbroso ecc.

“non soltanto ogni stanza da me studiosamente composta, ma ogni oggetto da me scelto e racconto… fu sempre per me modo di espressione”

G. D’annunzio
La sala d’attesa

Oltrepassato l’ingresso si entra in una prima stanza “la sala d’attesa” dove D’Annunzio faceva accomodare gli ospiti e dove Benito Mussolini, per un incontro ufficiale lo attese per ben due ore.

Una stanza piena di libri e musica, dove gli ospiti potevano ascoltare la musica col grammofono in sua attesa.

Sala della Musica

Contrariamente da quanto si potrebbe pensare entrando in questa stanza, Gabriele d’Annunzio non suonava, ma amava molto la musica.

In questa stanza sono contenuti ben due pianoforti a coda oltre a diversi altri strumenti musicali.

Qui sovente il “quartetto del Vittoriale” teneva concerti per allietare gli ospiti oppure suonava la sua ultima compagna Luisa Baccara, una grande pianista.

Per rendere perfetta l’acustica il soffitto e le pareti sono ricoperte di preziosi damaschi e le luci sono ofuscate in modo da creare la giusta atmosfera.

La biblioteca

Al vittoriale si trovano libri in ogni dove, ma la “stanza del mappamondo” con i suoi oltre trentamila testi può essere considerata la biblioteca principale.

la Zambracca

E’ la stanza privata di D’annunzio nella quale morì il 1 marzo del 1938.

E’ l’anticamera alla stanza da letto del poeta; qui vi era il suo studio privato dove svolgeva le sue attività quotidiane e un ampio guardaroba con diversi cassettoni.

Le altre stanze

Le stanze alla Prioria sono tante, ricordarle tutte è impossibile, vi cito quelle che ricordo:

  • stanza del lebbroso: stanza in cui si ritirava a meditare nei momenti delle ricorrenze per lui importanti
  • il bagno blu: dove sono raccolti tantissimi oggetti blu
  • corridoio della via crucis: contiene 14 stazioni in rame incise a mano ed un frate piangente
  • la stanza della Cheli: sala da pranzo dedicata alla Cheli (la sua tartaruga gigante che mori di indigestione). Lui l’ha fatta ricreare in bronzo utilizzando il carapace e l’ha posta a capotavola per ricordare ai suoi ospiti che “abbuffarsi fa male”. Un genio! scusate l’esternazione ma questa cosa poteva pensarla solo una persona con una mente geniale.

Il parco

Si estende per ben nove ettari sopra al lago.

Un intreccio di giardini, viottoli, ruscelli, terrazze, piazze, vi è persino un teatro all’aperto.

Il parco come la casa è studiato nei minimi dettagli dal poeta, ogni fiore, ogni pianta che è stata piantata in quel giardino è stata voluta appositamente in quel posto ed ha un suo perché, un suo studio.

“E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancora, stromenti diversi sotto innumerevoli dita”.

G. D’Annunzio

Il parco contiene cipressi, olivi, palme, magnolie, lecci roveri, rubini, ma anche corbezzoli, mirto, glicine, rose e tante altre varietà di piante e fiori.

La nave Puglia

Sicuramente il cimelio più spettacolare posizionato al Vittoriale. Donatagli dalla Marina militare nel 1923. Per trasportarla da La Spezia fin lì fu dapprima sezionata in varie parti, poi trasportata su 20 vagoni treno e diversi camion militari.

Anche il suo posizionamento non fu facile . I lavori di ricostruzione furono diretti da un tenente del genio navale e su volere di D Annunzio la prua fu posizionata in modo tale che puntasse verso la Dalmazia.

Il teatro

Anfiteatro che guarda sul lago, fu fatto costruire dal D’Annunzio per riprodurre un anfiteatro greco.

Purtroppo il poeta non vide mai la fine dei lavori perché l’inizio della seconda guerra mondiale portarono ristrettezze economiche ed i lavori furono sospesi.

I lavori ripersero solo negli anni ’50.

Oggi il teatro è sede di una prestigiosa rassegna estiva e contiene 1500 spettatori.

Conclusioni

Eccoci qua… anche per oggi è tutto, spero che l’argomento sia stato di vostro interesse.

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