ROCCA DI CATERINA SFORZA, SIGNORA DI FORLI’

Ebbene si, torno a parlarvi della mia città, o meglio della sua Rocca, la Rocca di Caterina Sforza, da noi conosciuta come Rocca di Ravaldino.

Si tratta di una cittadella fortificata di origine medievale del 1200.

Ristrutturata ed ampliata dapprima da Egidio Albornoz nel 1360, poi da Pino Ordelaffi nel 1471 ed infine nel 1481 da Girolamo Riario marito di Caterina Sforza.

La cittadella

La Rocca, posta nella parte più alta della città, ebbe da sempre funzioni di difesa. Di qui, infatti, era facile avvistare sia l’avanzata di eserciti nemici sia controllare l’intera città sottostante

In origine era un rivello (una fortificazione) a protezione della Porta di Ravaldino. Intorno al 1360 il rivello fu ampliato, rafforzato e fortificato con la costruzione di una rocca su richiesta del Cardinale Egidio Albornoz.

A partire dal 1471, come anzidetto, la rocca subisce sostanziali modifiche, avvenute ad opera dell’architetto Giorgio Marchesi detto il Fiorentino su commissione dapprima degli Ordelaffi, successivamente da Girolamo Riario ed infine da Caterina Sforza

Questi lavori hanno variato in modo considerevole la struttura originaria, trasformandola in una cittadella fortificata.

Terminati i lavori la cittadella era composta da un mastio, due torrioni e tre rivelli ed una palazzina. Si sviluppava su un’ampia zona, la cittadella era costituita da diversi corpi separati fra loro ma collegati da ponti e mura e circondate da ampi fossati sempre pieni di acqua.

Il mastio a base quadrata composto di tre piani più un sotterraneo adibito a magazzino. I vari piani del mastio erano, e sono tutt’ora collegati da una scala a chiocciola di 67 scalini.

I resti trecenteschi sono ancora visibili nel giardino intorno al mastio.

Come molte rocche dell’epoca, una volta perse le funzioni di difesa, la Rocca di Caterina Sforza divenne un carcere.

Perché una Rocca?

Se vi state chiedendo cosa c’entra una cittadella fortificata con la rubrica “posto che vai casa che trovi”, vi rispondo subito.

Perché Caterina Sforza, Signora di Forlì, rimasta vedova del marito Girolamo Riario, vi andò ad abitare con i suoi figlioli perché era la struttura più sicura della città.

Caterina Sforza

Caterina Sforza, nata a Milano nel 1463, era figlia illegittima del Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza e di Lucrezia Landriani.

Ricevette una buona educazione ed a soli 10 anni fu data in sposa a Girolamo Riario.

Caterina Sforza era una donna intelligente, forte, coraggiosa, vendicativa, indomita e fiera. Dotata di grande amore e passione. Elegante e violenta allo stesso tempo, amante dell’arte e della cosmesi, ma capace di atti atroci.

Dopo la morte del marito Girolamo Riario assassinato dai fratelli Orsi, fu imprigionata, ma con uno stratagemma riuscì a rientrare nella Rocca e da li non volle più uscire.

Gli Orsi per costringerla ad uscire, presero due figli di Caterina e li condussero sotto la rocca dove avevano issato le forche e la minacciarono di ucciderli se non fosse uscita.

Lei, urlo : “fate dei miei figli ciò che volete”, e alzate le gonne “ho qui lo stampo per farne altri”.

il Principe di Macchiavelli

Ovviamente Caterina era consapevole che i suoi figli erano nipoti di un Papa ( da parte del padre) e del Duca di Milano (da parte di madre) e nessuno avrebbe osato far loro del male.

Dopo di che, diventa reggente in nome del Figlio minorenne e fa costruire un terzo rivello ed una palazzina che lei chiama “il paradiso” dove va ad abitare con i figli.

Dopo la morte di Riario si innamora perdutamente del suo scudiero Giacomo Feo e dopo la sua morte si sposa con Giovanni dei Medici dalla cui relazione nacque Giovanni della Bande Nere.

All’ingresso del giardino adiacente la Rocca vi è una grande lapide con su scritto:

Caterina Sforza

Signora di Forlì, madre di Giovanni delle bande Nere

assalita da Cesare Borgia e da un esercito di Francesi e di svizzeri che ne il re di Napoli ne il Duca di Milano avevano osato combattere impavida col ferro e col fuoco difese la sua Rocca.

Mirabile esempio di energia e valore al tramonto del triste secolo XV che vide ricominciate in Italia le invasioni straniere.

La Rocca ai giorni nostri

Il giardino che circonda la Rocca è aperto e di libero accesso, ciò che rimane della rocca ed il cortile interno sono visibili solo in occasioni di mostre o rappresentazioni teatrali.

Conclusioni

Eccoci qua… anche per oggi è tutto, spero che l’argomento sia stato di vostro interesse.

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