le case grotta di matera

LE CASE-GROTTA DI MATERA

Le case-grotta di Matera, meglio conosciuti come “Sassi”, rappresentano un sistema costruttivo tramandato dalla preistoria fino ai giorni nostri. Matera con i suoi sassi ci fa scoprire insediamenti umani risalenti all’era paleolitica. Un paesaggio scosceso, dirupato, che conserva al suo interno storia, cultura e tradizioni.

Oggi ci addentriamo fra le sue scalette alla scoperta di questo sistema costruttivo millenario.

Le case-grotta

La città, antica è stata realizzata scavando nella roccia delle grotte divenute poi abitazioni rustiche costituite da un unico vano con una sola apertura che fungeva sia da porta di accesso che fa unica fonte di luce.

Agglomerati di case costruite in ordine meticoloso dove spesso il tetto dell’una era i pavimento di quella soprastante. Ogni grotta composta da un unico vano viveva una famiglia e gli animali che essa possedeva. dov’era possibile venivano costruite cisterne che attraverso cunicoli apogei raccoglievano e conservavano l’acqua.

Fin dall’antichità la zona in cui sorge Matera (reperti la fanno risalire tra l’era paleolitica e neolitica), era una zona priva di acqua, in realtà gran parte dell’Italia meridionale lo era e l’unica acqua presente era quella piovuta dal cielo.

Per questo motivo fu costruita in alto, su un canyon, con una serie di canalette, grotte, scalette che servivano a convogliare e raccogliere l’acqua piovana e quella presente nell’aria, in dei pozzi e cisterne di raccolta. Questo sistema preistorico detto “la gravina” permetteva appunto di recuperare tutta l’acqua presente nell’atmosfera.

Come furono costruite

Siamo al periodo preistorico, Matera sorge poco distante al torrente Jesce per cui vicino ad una fonte di acqua e su un altopiano, posizione ideale per avvistare il nemico. Questa posizione consentiva ai suoi abitanti di cacciare, di coltivare campi e allevare bestiame, un posto ideale dove fermarsi e creare un insediamento.

I suoi primi abitanti, iniziarono così a scavare le proprie abitazioni all’interno della roccia di tufo, una roccia calcarea facile da sgretolare.

Successivamente quegli insediamenti preistorici sono stati e adattati alle esigenze dei suoi abitanti, che hanno modellato le asperità della roccia ed hanno continuato a viverle con tutte le difficoltà che questo comportava fino agli anni ’50.

Sono grotte scavate nella parete di argilla indurita del burrone. Le strade sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelli di sotto. Le porte erano aperte per il caldo, Io guardavo passando: e vedevo l’interno delle grottesche non prendono altra luce ed aria se non dalla porta. Alcune non hanno neppure quella: si entra dall’alto, attraverso botole e scalette”

Carlo Levi – Cristo si è fermato ad Eboli

A Matera si contano numerose case grotta, cisterne, magazzini e oltre 150 chiese rupestri perfettamente conservate ed affrescate.

Come si viveva nei sassi

Come accennato sopra, in ogni grotta viveva una famiglia, spesso numerosa, con i suoi animali. Nonostante l’esiguo spazio in essa venivano svolte tutte le attività quotidiane della famiglia, compreso piccoli lavori artigiani.

Grazie al tufo, all’interno della grotta la temperature era costante intorno ai 15 gradi estate ed inverno per cui non vi era ne troppo caldo ne troppo freddo, la maggior parte delle quali erano dotate della sola porta di ingresso come unica fonte di illuminazione.

In buona sostanza era un unica stanza dove si svolgeva la vita della famiglia dal preparare e consumare i cibi al dormire su pagliericci, oltre all’allevare quei pochi animali che la famiglia possedeva, generalmente qualche pollo o gallina, qualche pecora, un maiale ed il mulo.

Sassi di Matera da vergogna nazionale a patrimonio Unesco

All’inizio del secolo scorso, in queste case erano rimasti ad abitare solo le famiglie più povere. I sassi erano diventati un groviglio di case sovraffollate e sporche, dove spesso mancavano le più basilari condizioni igieniche. Mancavano le fogne, l’acqua corrente, uomini e animali convivevano in un unica stanza, la mortalità infantile era tre volte superiore alla media nazionale così pure i casi di malaria e peste.

Nel 1945 Carlo Levi pubblicò il suo “Cristo si è fermato ad Eboli” nel quale denunciò la situazione di vita all’interno dei Sassi di Matera.

[…] Dentro quei buchi neri dalle pareti di terra vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento erano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Ogni famiglia ha in genere una sola di quelle grotte per abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini, bestie. Di bambini ce n’era un’infinità. nudi o coperti di stracci. Ho visto dei bambini seduti sull’uscio delle case, nella sporcizia, al sole che scottava, con gli occhi semichiusi e le palpebre rosse e gonfie. Era il tracoma. Sapevo che ce n’era quaggiù: ma vederlo così nel sudiciume e nella miseria è un’altra cosa. E le mosche si posavano sugli occhi e quelli pareva che non le sentissero coi visini grinzosi come dei vecchi e scheletrici per la fame: i capelli pieni di pidocchi e di croste. Le donne magre con dei lattanti denutriti e sporchi attaccati a dei seni vizzi, sembrava di essere in mezzo ad una città colpita dalla peste[…]

Carlo Levi – Cristo si è fermato ad Eboli

Con questo suo scritto Carlo Levi portò la situazione materana al centro dell’opinione pubblica dell’epoca e Palmiro Togliatti, primo politico ad andare a visitare i sassi li definì “vergogna nazionale”. Dopo di che fu istituita una commissione per valutare le condizioni di vita degli abitanti dei Sassi.

Furono progettati e costruiti nuovi complessi abitativi popolari. Nel 1952, l’allora presidente del consiglio De Gasperi impose lo sfollamento dei Sassi e 50 mila persone si trasferirono nelle nuove case popolari.

I sassi furono svuotati e la città vecchia divenne una città fantasma, utilizzata solo come set cinematografici per diversi film.

Nel 1993, grazie all’impegno dell’architetto Pietro Lauretano, l’Unesco ha dichiarato i Sassi di Matera patrimonio dell’umanità. Questo ha accelerato l’avvio della riqualificazione ed il restauro del sito, portandolo a nuova vita.

Ora Matera, capitale della cultura 2019, è una delle mete turistiche più visitate nel nostro paese. Nei sassi ristrutturati è possibile dormire, vi sono ristoranti, locali e musei.

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