MARF E LA SUA VILLA TESORO

Oggi vi riporto nella mia Romagna, per farvi conoscere “Villa Tesoro” casa nella quale è cresciuto e vissuto  MARF, personaggio eclettico e noto paroliere e compositore italiano.

Ma andiamo per ordine:

  • Chi era Marf
  • La villa
  • Cosa ne resta

Chi era Marf

Marf è lo pseudonimo di Mario da Forlì, ovvero Mario Bonavita. Va detto che questo pseudonimo è stato adottato da Mario con l’avvento del fascismo in quanto, il primo pseudonimo da lui utilizzato era Goodlife ma i termini inglesi in quel dato periodo non erano ben visti.

Mario nacque a Forlì il 12 gennaio 1894 da una famiglia benestante, il padre Leonida era titolare dell’omonima Società Anonima Bonavita, una delle più rinomate aziende a livello europeo, dove veniva prodotto il feltro e derivati.

Mario si laureò in Chimica Farmaceutica e subito dopo, si trasferi a Milano per dirigere una farmacia.

Nella città meneghina la sua passione per la musica raggiunse l’apice. Conobbe personaggi come Paolo Bernard (cantante ed attore) e Vittorio Mascheroni (musicista e compositore) coi quali riusci a esprimersi anche come paroliere, musicista e cantante.

Mario, seppe fondere in maniera quasi scientifica la sua passione per la musica con la sua professione di chimico e ricercatore.

Il marf paroliere

Dire che la musica per lui fu solo una passione è molto riduttivo.

Mario Bonavita, in arte Marf, fu uno dei musicisti che fecero nascere la canzona italiana, uno dei protagonisti che diedero vita ad un nuovo genere musicale, più popolare e di consumo che si diffuse nel anni ’30 e ’40

Nel 1936 lasciò definitivamente la farmacia di Milano, tornò nella casa dove era cresciuto e dove, nella quiete di quel posto compose oltre 150 canzoni (successivamente interpretate da artisti famosi come il Trio Lescano, Carlo Buti, Vittorio de Sica e altri)

Come si legge in questo articolo a firma Marco Viroli e Gabriele Zelli “la musica di Marf  era melodica, di impronta popolare, allegra e spensierata, dotata di ironia e  doppi sensi ammantati di garbata ingenuità”. E tutto questo si ascolta nelle parole di “Bombolo”, sua canzone più famosa, ma anche “ Signorine non guardate i marinai”, “Sotto l’ombrellino con me”, “Passeggiando per Milano” ecc.

Non solo musicista

Come anzi detto, Marf era un personaggio eclettico, appassionato di tutto.

Nel 1936 tornò in Romagna, nella sua villa situata sulle prime colline forlivesi, dove oltre alla musica si dedicò a studi di zootecnia e di floricultura. Creò  un vasto allevamento di animali da cortile ( polli, conigli, piccioni e tacchini ) e studiò e realizzò varie specie di giaggioli che coltivava nelle sue terre e che entrarono nei cataloghi di tutto il mondo vivaista

Oltre a tutto questo, si rilassava dipingendo quadri.

Morì prematuramente, nella sua villa, il 3 agosto del 1946 a soli 52 anni.

Villa tesoro

Scusate! La storia di questo mio concittadino mi ha affascinato e mi ha portato a perdermi nel raccontarvela, ma questo è un blog immobiliare ed io sono qui per raccontarvi la villa.

Villa Tesoro fu costruita a fine dell’ottocento da Attilio Pasini noto costruttore dell’epoca, ed acquistata da Leonida Bonavita, il padre di Marf nel 1894.

La casa si raggiunge percorrendo un lungo viale di pini Marittimi, è una costruzione semplice di tre piani, che sviluppa una superficie di oltre 650mq.  Al piano terra  si trovano due saloni, un’ampia cucina con sal da pranzo  ed ai due piani soprastanti si trovano diverse camere da letto ed un ampio terrazzo al primo piano.

Completano la proprietà la stalla dei cavalli, la casa del custode e altre strutture per complessivi 600mq.

Il parco

Il parco della villa fu apprezzato da tutti per la sua bellezza e cura. Penso non vi siano parole migliori per descriverlo che quelle di Aldo Spallicci (noto medico, politico e poeta forlivese).

“Un lungo viale di pini apre le sue magnifiche ombrelle sin alla villa. E il pino che ci ha accompagnato non ci lascerà nella quiete del parco. […]  Il larice e l’abete completano la festa verde del parco che ha radure di prati freschi e il biancore di gessi di statue …”

Il parco di due ettari e mezzo era percorso da piccoli sentieri adatti a riposanti passeggiate, e che giungevano ad un laghetto con ponticello.

Tutt’ora il parco è di notevole bellezza, nonostante giaccia in stado di abbandono, nella sua quiete ci si perde e solo il cinguettio di qualche passero o il zirlare dei tordi ti riportano alla realtà.

Altro pezzo forte della villa è indubbiamente la posizione con vista panoramica che si estende dalla città al mare

Cosa ne resta

Alla morte di Marf la villa passò alla sorella ed ai nipoti,  ora è in mano ai pronipoti.

Fino ad una decina di anni fa, nel periodo estivo, la villa era utilizzata per feste ed incontri culturali, da allora non è più stata utilizzata ed iniziano ad evidenziarsi i segni del tempo .

Conclusioni

Eccoci qua… anche per oggi è tutto, spero che l’argomento sia stato di vostro interesse.

Rimango a vostra disposizione per ulteriori informazioni o chiarimenti, potete contattarmi qui oppure lasciare un messaggio nel box qui sotto. Inoltre se avete degli argomenti che vi piacerebbe che io trattassi nei miei articoli potete segnalarmeli e sarà mia cura svilupparli nel più breve tempo possibile.

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